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uraniaexlibris's reviews
57 reviews

Il metodo del becchino by Oliver Pötzsch

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adventurous emotional mysterious tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Dalla ridente cittadina di Graz, alla grande Vienna. Leopold von Herzfeldt è appena arrivato nella capitale asburgica e subito un caso interessante quanto macabro gli si presenta davanti agli occhi.

Un killer misterioso che sembra prendersela con una categoria di donne. Il caso assume una rilevanza politica non da poco, dal momento che la cronaca internazionale è fresca del caso del misterioso Jack the Ripper avvenuto un decennio prima e rimasto irrisolto.

Leo dalla sua parte ha gli strumenti della moderna criminalistica, scienza novella che si sta appena affermando nel campo dell'investigazione. Come per tutte le cose innovative e il progresso, il nuovo ispettore deve fare i conti con lo scetticismo dei colleghi, ma soprattutto contro campanilismi e pregiudizi etnici. Sebbene nobile, il cognome Herzfeldt non lascia adito a dubbi. Le origini ebraiche di Leo sono un ulteriore ostacolo sul lavoro.

Ma il senso di giustizia ha la priorità. L'assassino deve essere quanto prima consegnato alle autorità e le piste della polizia virano presto nel cuore di un complotto che scoprirà il marcio che l'aristocrazia nasconde. Ad allearsi con il nuovo ispettore, saranno degli improbabili personaggi, tra cui un becchino esperto di anatomopatologia.

Dopo Jakob Kuisl, Oliver Pötzsch torna a dare risalto agli emarginati. Eroi non riconosciuti, che stanno nell'ombra, ma che vegliano costantemente affinché la giustizia trionfi sempre sul male.

È tempo di aggiungere due nuovi personaggi all'albo d'oro. Una squadra imbattibile che non lascerà scampo ai criminali di Vienna!
I Complotti della Seconda Guerra Mondiale by Alexander MacDonald

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adventurous informative inspiring mysterious reflective fast-paced

5.0

Fortunatamente il lato complottistico si riduce solo al titolo.

Si tratta di una rassegna di capitoli che illustrano ciascuno un particolare evento della Seconda Guerra Mondiale, includendo fatti più o meno noti. Ciascuno di essi viene tratteggiato in maniera particolareggiata, mantenendo un taglio storico.

La struttura del saggio risulta molto equilibrata. Il fatto di dedicare ciascun capitolo a un argomento rende la lettura più dinamica e accattivante.

In generale, essendo molto specifico e facendo riferimento a delle vicende molto specifiche, necessita di una conoscenza pregressa del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale. 
Giù nel cieco mondo by Jesmyn Ward

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adventurous reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? N/A
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

3.0

Annis deve fuggire. E in fretta. Privata dell'affetto della madre poiché venduta dal padrone, deve trovare un modo di scappare da quella vita da schiava a cui tutto il popolo africano è condannato.

Ad accompagnarla, ci sono i versi di Dante Alighieri che Annis aveva sentito recitare dalle figlie del padrone al precettore e Aza, una sua antenata che si palesa nei maggiori momenti di sconforto e difficoltà promettendo alla ragazza la salvezza.

E così, dopo essere stata portata a New Orleans dove dovrà essere venduta, inizia una corsa contro il tempo per lasciare la sua vecchia vita alle spalle e riacquisire la tanto agognata libertà.

Un romanzo corale, cupo e drammatico che racconta il destino di tanti esseri umani. Perché Annis rappresenta ognuno di quelli schiavi costretti dalle catene e con l'istinto di riappropriarsi della propria libertà e identità. 
Le grandi profezie della Storia by History Channel

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lighthearted fast-paced

5.0

Cinque stelle perché il libro raggiunge lo scopo sensazionalistico che si era prefissato.

Pubblicato per la prima volta nel 2012, quando aleggiava la grave profezia dei Maya sull'imminente fine del mondo poi rivelatasi fasulla, certamente avrà sortito il suo effetto dal momento che il primo capitolo riguarda proprio la profezia dei Maya. Leggere un capitolo simile nel 2025 da viva e vegeta, risulta a dir poco patetico come tono. E l'intero libro ha questo alone di profezia nefasta, di mistero (mai una volta che le profezie siano positive!), di presagio cupo dove si tratteggia un futuro in cui l'umanità è spacciata. Comunque la si guardi.

Un mix letale di vari argomenti che passano dalle profezie bibliche a quelle del XX e XXI secolo (11 settembre et simili) sicuramente non adatto ai suggestionabili perché lo scopo non è quello di raccogliere delle fonti storiche e confrontarle, ma di creare inutili spauracchi.

Gli unici due capitoli che hanno una reale valenza storica sono quelli dedicati all'oracolo di Delfi e ad Adolf Hitler (il che è tutto dire). Per il resto, robaccia da accartocciare e buttare nel cestino. Tuttavia, come costruzione è geniale, iniziare col botto in un anno in cui aleggiava una forte inquietudine dimostra quanto gli autori, oltre ad essere sciacalli, sapessero come impostare il testo senza che si rischi di sfociare nella Storia con la S maiuscola. Per questo cinque stelle le merita tutte. Ottimo lavoro per disinformare e buttarla sul sensazionalismo becero e cercare lo scandaletto da giornaletto di gossip. 

Sorgo rosso by Mo Yan

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adventurous emotional tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Dopo "Le Rane" questo è il mio secondo libro di Mo Yan e devo dire che è un continuo crescendo. Un romanzo epico, crudo e sensazionale che si tinge di rosso: il rosso del sorgo che scandisce la vita dei contadini, il rosso del sangue della guerra, il rosso della passione. La vita degli umili si intreccia con quella degli eroi. Storie di brigantaggio e di giustizieri. "Sorgo Rosso" riunisce in sé tematiche affini ai principali romanzi occidentali: da Verga a Scott, da Dickens a Ishiguro.
Piccole donne crescono by Louisa May Alcott

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dark emotional reflective sad fast-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Bello come lo ricordavo. Carico di emozioni, di valori morali e di insegnamenti per la vita. A differenza della mia prima lettura, sicuramente più leggera e spensierata (avevo 11 anni), stavolta ho notato tante cose, o piuttosto alcune frasi che denotano la mentalitá, chiaramente ottocentesca, della Alcott. Non lo ritengo tutto questo baluardo di femminismo, come lo si vuole ostinatamente interpretare oggi. Certe concezioni della donna risultano essere decisamente anacronistiche per il XXI secolo. Certamente nel XIX secolo il romanzo dovette creare scalpore ed era sicuramente moderno per gli standard dell’epoca. Tuttavia le sorelle March sentono ancora il freno della società a loro contemporanea che spesso demolisce i loro progetti e le loro decisioni. Romanzo da leggere almeno una volta nella vita e dal quale trarre esempio nella vita di tutti i giorni (i valori delle sorelle March, credenti o non credenti, possono essere certamente condivisi da tutti). Ma è pur sempre un romanzo scritto e ambientato nel XIX secolo e su certi aspetti, nel XIX secolo deve rimanere. La contemporaneità dei classici non sta nel voler necessariamente rileggere tutti i singoli aspetti come ribellione e rivoluzione “per l’epoca”, ma nel fare propri certi insegnamenti universali e certi valori morali che, si spera, non arrivino mai a decadere, indipendentemente dall’epoca.
Piccole donne by Louisa May Alcott

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adventurous emotional hopeful reflective relaxing fast-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Bello come lo ricordavo. Carico di emozioni, di valori morali e di insegnamenti per la vita. A differenza della mia prima lettura, sicuramente più leggera e spensierata (avevo 11 anni), stavolta ho notato tante cose, o piuttosto alcune frasi che denotano la mentalitá, chiaramente ottocentesca, della Alcott. Non lo ritengo tutto questo baluardo di femminismo, come lo si vuole ostinatamente interpretare oggi. Certe concezioni della donna risultano essere decisamente anacronistiche per il XXI secolo. Certamente nel XIX secolo il romanzo dovette creare scalpore ed era sicuramente moderno per gli standard dell’epoca. Tuttavia le sorelle March sentono ancora il freno della società a loro contemporanea che spesso demolisce i loro progetti e le loro decisioni. Romanzo da leggere almeno una volta nella vita e dal quale trarre esempio nella vita di tutti i giorni (i valori delle sorelle March, credenti o non credenti, possono essere certamente condivisi da tutti). Ma è pur sempre un romanzo scritto e ambientato nel XIX secolo e su certi aspetti, nel XIX secolo deve rimanere. La contemporaneità dei classici non sta nel voler necessariamente rileggere tutti i singoli aspetti come ribellione e rivoluzione “per l’epoca”, ma nel fare propri certi insegnamenti universali e certi valori morali che, si spera, non arrivino mai a decadere, indipendentemente dall’epoca.
Paradisi minori by Megan Mayhew Bergman

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informative reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

Si tratta di una raccolta di racconti carina. Senza pretese. Senza infamia e senza lode.

Semplici racconti di vita quotidiana, di personaggi ordinari.

La loro struttura non risulta sempre lineare e spesso anche il finale lascia molto in sospeso rispetto alla trama che rimane quasi non risolta nella maggior parte dei racconti. Il filo conduttore di ciascun racconto sono gli animali, praticamente onnipresenti. I personaggi non sempre si apprezzano, specie perché lo spazio dei racconti è veramente breve e il loro arco di trasformazione non riesce a esprimersi compiutamente. Come se fossero tante fotografie immortalate in una scena, immobili e statiche senza dinamismo.
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban by J.K. Rowling

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adventurous dark emotional hopeful inspiring mysterious tense fast-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

E qui, si entra nel cuore della saga. Perché al terzo libro? Perché si squarcia finalmente il velo di Maya. Harry infatti in questo libro viene a conoscenza delle reali circostanze sulla morte dei suoi genitori. I temi di questo libro si fanno decisamente più forti e anche più "importanti", infatti viene affrontato il tema della "prigionia". Il lettore conosce per la prima volta il posto più temuto da qualsiasi mago: Azkaban, una prigione inespugnabile e dalla quale, almeno si pensava, è impossibile evadere. Ma qualcuno ci è riuscito e si tratta di Sirius Black, accusato della morte dei coniugi Potter. La creazione di Azkaban è forse la parte più geniale della storia: una prigione in cui delle creature demoniache, i Dissennatori, rubano e cancellano ogni sorta di ricordo felice o sentimento positivo che porta il prigioniero ad impazzire e dunque a perdere i suoi poteri. I Dissennatori sono creature non complesse e nemmeno dotate di una loro consapevolezza o intelligenza, non sono creature che hanno un'etica, né sanno discernere tra bene e male. Qui sorge spontanea una domanda: "I prigionieri innocenti?". Purtroppo, data la natura dei Dissennatori, la risposta è tristemente scontata: non c'è distinzione tra innocenti o colpevoli, purtroppo Azkaban rivela, anche in un mondo magico, che non esiste una vera e propria garanzia di giustizia. Una persecuzione, quella dei Dissennatori, che ricorda per certi aspetti le vicende legate alla biografia di Henri Charrière ("Papillon"), condannato ingiustamente a scontare l'ergastolo nella terribile Guyana francese, dove i prigionieri, isolati dal resto del mondo, subivano vessazioni e trattamenti disumani dalle stesse guardie (che a rigore di logica avrebbero dovuto rappresentare la giustizia). La pena del mondo magico però va ben oltre la punizione corporale: essa punta a minare la salute mentale del prigioniero, a cancellare ogni ricordo o sentimento felice e positivo. I Dissennatori rubano la lucidità finchè del prigioniero non rimane altro che un guscio vuoto. La vita ad Hogwarts continua come sempre, ancora una volta si ha la conferma della supponenza e dell’arroganza di Draco, il quale non perde occasione di nascondersi dietro il mantello di papà Lucius. Altro tema fondamentale in questo romanzo è il tempo, in questo caso dal punto di vista fisico il mondo magico ha il vantaggio di poterlo piegare, seppur con delle regole ben precise. La vicenda però lascia una riflessione sul tempo che è passato, le cui conseguenze hanno inevitabilmente un impatto sul presente e il futuro. Un monito forse a fare tutto ciò che è in nostro potere per dominare le azioni che dipendono da noi e direzionarle nel modo più positivo possibile di modo che ciò che non dipende da noi non faccia ulteriori danni. Qui lo stile si eleva decisamente. Un altro segno che fa comprendere che si sta aprendo una nuova “parte” della saga, forse più complessa dove i temi si fanno via via sempre più importanti, profondi e certamente la situazione per i protagonisti mostra di complicarsi ulteriormente. Forse la saga inizia proprio qui, e i primi due libri ne erano solo un prologo che ci ha fatto conoscere i personaggi e le dinamiche che intercorrono tra di loro.
Fiabe lapponi by Bruno Berni

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adventurous emotional reflective relaxing fast-paced
  • Plot- or character-driven? N/A
  • Strong character development? N/A
  • Loveable characters? N/A
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Immergersi nella lettura delle fiabe nordiche con una camomilla, davanti al fuoco, mentre fuori piove contribuisce a creare la giusta atmosfera.

Cambia lo scenario, ma i topoi sono gli stessi; è questa la forza delle fiabe che le rende un prezioso depositario della cultura di un intero popolo. Accanto a un Pinocchio ante litteram e alla mitologia biblica, cavalieri, re, principesse e giganti sono i protagonisti di queste storie così distanti fisicamente da noi, eppure vicine spiritualmente al tempo stesso. Naturalmente, non prive di insegnamenti morali.

Ho apprezzato particolarmente la lettura di queste fiabe, soprattutto mi sono divertita a riscontrare analogie e differenze con quelle della mia infanzia. Non sempre c'è un canonico lieto fine, tuttavia risultano molto più serene delle nostre tradizionali (Disney perdonami, ma quelle dei Grimm, di Perrault, di Andersen e di Calvino sono quelle ufficiali). Naturalmente, anche queste fiabe sono state raccolte e conservate da fonti ottocentesche, quando si decise che ormai era giunto il momento di mettere per iscritto ciò che da millenni si tramandava oralmente, prima che scomparisse. E per fortuna che è stato fatto questo immane lavoro!

Avrei preferito, dal momento che le fiabe sono di per sé molto brevi, un testo in lingua a fronte per poter curiosare anche all'interno della filologia, ma va bene lo stesso.

Penso proprio che continuerò la lettura delle raccolte di fiabe. Di questo passo finiranno dritte nella mia comfort zone!