You need to sign in or sign up before continuing.
Scan barcode
A review by dominil
La meccanica del cuore by Mathias Malzieu
2.0
Credo che la gente dovrebbe descrivere certi libri come "Favole per adulti", perché è completamente sbagliato per alcune ragioni.
La prima è che il linguaggio lirico e sognante non fa la favola.
Le favole sono cruente, crudeli, sanguinolenti e piuttosto terrificanti, prese nella loro forma originale.
La Disney ha rovinato tutto il divertimento, per intenderci.
La seconda è che le favole hanno uno scopo ben preciso, intrattenere e insegnare ai bambini in un modo nascosto dei pericoli della vita, togliere da loro le pulsioni negative e riversarle nei personaggi, in modo che diventino oggettive e non possano più fare male a nessuno.
Gli adulti hanno esperienza, più o meno, e non hanno bisogno di questo processo per elaborare le loro emozioni, altrimenti vanno dallo psicologo, non leggono un romanzo.
Questo romanzo è carino, stravagante e leggero, ma non mi ha convinto perché mi sembra assurdo in un certo modo non tanto bello.
La premessa è un orfano con un orologio come cuore che si innamora di una ballerina e la segue ovunque per conquistarla finché non la perde definitivamente e scopre la verità sul proprio cuore.
Quindi teoricamente si avrebbe un'atmosfera misteriosa e strana, ma l'autore non sfrutta questa possibilità, sprecando anche l'ambientazione perché Edimburgo si sarebbe prestata più che bene a un intero mondo di personaggi metà orologio metà umani.
Invece no.
Il cuore-orologio dà solo problemi con il suo rumore e il suo comportarsi come une vero cuore, cioè facendosi influenzare dalle emozioni, senza esserne adatto, ma è il solo elemento eccezionale del romanzo e stona con tutto il resto.
Ci sono moltissimi personaggi che avrebbero potuto sembrare in possesso di capacità entusiasmanti, c'è addirittura un inventore, per la miseria!, ma non vengono per nulla sfruttati al meglio, con un risultato scialbo e piatto.
Nemmeno il protagonista mi è piaciuto tanto, è tanto ingenuo da non capire che sua madre adottiva è morta quando glielo scrivono per lettera e quando ha cavato l'occhio al suo bullo mi è sembrato solo un gesto violento, non uno fatto per esasperazione.
Miss Acacia è affascinante quanto un fazzoletto, soprattutto quando il narratore non fa altro che ripetere quanto lo sia piuttosto che mostrarlo e il suo ostinarsi a non portare gli occhiali la fa solo sembrare vanitosa e stupida e non originale.
Per il resto è una storia veloce, tenera e romantica, a volte divertente con riferimenti a eventi successivi al tempo della vicenda narrata, come quello a un torneo di calcio.
L'autore evidentemente ci sa fare con le parole, anche se non so se oltre a cantare scrive anche la parole.
Purtroppo non basta ingannare con una musicalità piuttosto buona e delle vividi immagini, come abbiamo viste con Baricco, ma serve una base solida, una storia che possa essere ricordata anche dopo un mese dalla lettura.
La prima è che il linguaggio lirico e sognante non fa la favola.
Le favole sono cruente, crudeli, sanguinolenti e piuttosto terrificanti, prese nella loro forma originale.
La Disney ha rovinato tutto il divertimento, per intenderci.
La seconda è che le favole hanno uno scopo ben preciso, intrattenere e insegnare ai bambini in un modo nascosto dei pericoli della vita, togliere da loro le pulsioni negative e riversarle nei personaggi, in modo che diventino oggettive e non possano più fare male a nessuno.
Gli adulti hanno esperienza, più o meno, e non hanno bisogno di questo processo per elaborare le loro emozioni, altrimenti vanno dallo psicologo, non leggono un romanzo.
Questo romanzo è carino, stravagante e leggero, ma non mi ha convinto perché mi sembra assurdo in un certo modo non tanto bello.
La premessa è un orfano con un orologio come cuore che si innamora di una ballerina e la segue ovunque per conquistarla finché non la perde definitivamente e scopre la verità sul proprio cuore.
Quindi teoricamente si avrebbe un'atmosfera misteriosa e strana, ma l'autore non sfrutta questa possibilità, sprecando anche l'ambientazione perché Edimburgo si sarebbe prestata più che bene a un intero mondo di personaggi metà orologio metà umani.
Invece no.
Il cuore-orologio dà solo problemi con il suo rumore e il suo comportarsi come une vero cuore, cioè facendosi influenzare dalle emozioni, senza esserne adatto, ma è il solo elemento eccezionale del romanzo e stona con tutto il resto.
Ci sono moltissimi personaggi che avrebbero potuto sembrare in possesso di capacità entusiasmanti, c'è addirittura un inventore, per la miseria!, ma non vengono per nulla sfruttati al meglio, con un risultato scialbo e piatto.
Nemmeno il protagonista mi è piaciuto tanto, è tanto ingenuo da non capire che sua madre adottiva è morta quando glielo scrivono per lettera e quando ha cavato l'occhio al suo bullo mi è sembrato solo un gesto violento, non uno fatto per esasperazione.
Miss Acacia è affascinante quanto un fazzoletto, soprattutto quando il narratore non fa altro che ripetere quanto lo sia piuttosto che mostrarlo e il suo ostinarsi a non portare gli occhiali la fa solo sembrare vanitosa e stupida e non originale.
Per il resto è una storia veloce, tenera e romantica, a volte divertente con riferimenti a eventi successivi al tempo della vicenda narrata, come quello a un torneo di calcio.
L'autore evidentemente ci sa fare con le parole, anche se non so se oltre a cantare scrive anche la parole.
Purtroppo non basta ingannare con una musicalità piuttosto buona e delle vividi immagini, come abbiamo viste con Baricco, ma serve una base solida, una storia che possa essere ricordata anche dopo un mese dalla lettura.