Una ragazzina di tredici anni si ritrova catapultata nella sua famiglia biologica da un giorno all'altro. È stata crescita da Adalgisa con amore e dedizione, ma la malattia nell'ultimo periodo la costringe spesso a letto in preda al dolore. Così bussa alla porta a una casa sconosciuta, in balia di mille domande senza risposta.

La ragazzina viene soprannominata "l'arminuta", ovvero "la ritornata" che deve fare i conti con questa famiglia poco emotiva e distaccata. L'unica con cui stringe un legame più saldo é la sorella Adriana, di qualche anno più piccola, ma le cose non saranno facili.

L'arminuta conoscerà la verità sul trasferimento, su Adalgisa e nel frattempo cercherà di integrarsi al meglio in questa nuova realtà.
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Lo stile dia scrittura asciutto e i capitoli brevi mettono in scena una realtà che fa male. La vita non è quasi mai tutta rose e fiori; il buio e la menzogna sono spesso dietro l'angolo.
La protagonista si sente inerme davanti a questa nuova realtà, ma cerca di fare di tutto per integrarsi. Quando saprà la verità, però, qualcosa si spezza e qualcosa si salda.

Un libro breve, ma che racchiude tematiche importanti, come quello della famiglia. Forse lo stile di scrittura molto minimale e un po' di superficialità in alcune dinamiche non mi hanno permesso di empatizzare molto con i personaggi e l'emozione si è fatta sentire tiepida solo verso la fine.

I legami di sangue non sono necessariamente legami forti. Per alcuno ci vuole tempo, per altri non c'è speranza, ma nonostante la brutalità della vita, ci sarà sempre qualcosa o qualche persona per cui vale la pena di resistere.