Scan barcode
A review by chiaras
S. by J.J. Abrams, Doug Dorst
1.0
Questo libro aveva delle premesse magnifiche. Vi sono due piani di lettura che sono due storie diverse: la narrazione de La Nave di Teseo di V.M.Straka, ed una seconda narrazione che si sviluppa tra le note a margine di due studenti, Jen ed Eric, che comunicano escluvisamente attraverso le note.
Nel libro sono disseminati degli oggetti: cartoline, una mappa su un tovagliolo, piccole Polaroid d'epoca, ed il volume è invecchiato ad arte (addirittura le pagine sono ingiallite per aumentare l'effetto di straniamento e la sensazione che si stia tenendo tra le mani un vero tomo di una biblioteca).
I due, studenti universitari, sono intenzionati a risolvere il mistero circa l'identità dell'autore, V.M.Straka, e le miriadi di interpretazioni che si possono leggere nel libro. Le premesse sono meravigliose, dunque: il contenuto è deludente. I dialoghi tra i due risultano stucchevoli (ho davvero provato imbarazzo per loro, in alcuni momenti; sembravano i dialoghi di due adolescenti incompresi), il che mi ha fatto provare antipatia per i protagonisti; ma soprattutto, è praticamente impossibile per il lettore essere partecipe del mistero che Jen ed Eric stanno indagando. Le loro ricerche e le loro conclusioni sono annunciate senza che il lettore abbia davvero la possibilità di stare al passo con loro, il che sarebbe impossibile, o godere del loro punto di vista: è estremamente frustante leggere un thriller della cui suspense non puoi essere in alcun modo partecipe.
La lettura è stata estremamente frustante, perché sarebbe potuto essere davvero un gran libro ed un magnifico mistero, se non straripasse letteralmente di dettagli inutili e ridondanti. Ha strafatto e ciò rende la lettura estremamente irritante.
E' possibile -anzi, estremamente probabile- che non abbia voluto concentrarmi abbastanza per provare a stare al loro passo - ma non esagero assolutamente se dico che sarebbe stato indispensabile prendere appunti durante la lettura. Leggo recensioni di coloro che ce l'hanno fatta e che sono rimasti estremamente soddisfatti (e lo crederei bene!) di aver districato la matassa, come leggo di teorie che fioriscono sulla reale identità anche dei due protagonisti, come se ai due livelli di lettura contenuti nel tomo se ne aggiungesse un terzo, e cioè il nostro, la riflessione del lettore che deve decifrare il libro. (Mi spiego: così come Jen ed Eric stanno leggendo La Nave di Teseo di V.M Straka cercando al suo interno dei codici, al lettore sarà richiesto di trovare dei codici all'interno delle note di Jen ed Eric).
E' kafkiano; sono un po' dispiaciuta di non essere riuscita a stargli dietro, perché davvero non posso dire se sia una genialata o una ciofeca. Noto -con un po' di piacere- che anche coloro a cui è piaciuto covano del risentimento, poiché si setaccia il libro alla ricerca di ogni indizio che possa far parte di un codice lasciato dagli autori, Jj Abrams e Doug Dorst, senza sapere se effettivamente possiamo leggere dei riferimenti come parte di un codice più grande che ci fornisca la chiave di lettura ultima o se, sostanzialmente, sono un po' tutte puttanate buttate alla rinfusa.
Nel libro sono disseminati degli oggetti: cartoline, una mappa su un tovagliolo, piccole Polaroid d'epoca, ed il volume è invecchiato ad arte (addirittura le pagine sono ingiallite per aumentare l'effetto di straniamento e la sensazione che si stia tenendo tra le mani un vero tomo di una biblioteca).
I due, studenti universitari, sono intenzionati a risolvere il mistero circa l'identità dell'autore, V.M.Straka, e le miriadi di interpretazioni che si possono leggere nel libro. Le premesse sono meravigliose, dunque: il contenuto è deludente. I dialoghi tra i due risultano stucchevoli (ho davvero provato imbarazzo per loro, in alcuni momenti; sembravano i dialoghi di due adolescenti incompresi), il che mi ha fatto provare antipatia per i protagonisti; ma soprattutto, è praticamente impossibile per il lettore essere partecipe del mistero che Jen ed Eric stanno indagando. Le loro ricerche e le loro conclusioni sono annunciate senza che il lettore abbia davvero la possibilità di stare al passo con loro, il che sarebbe impossibile, o godere del loro punto di vista: è estremamente frustante leggere un thriller della cui suspense non puoi essere in alcun modo partecipe.
La lettura è stata estremamente frustante, perché sarebbe potuto essere davvero un gran libro ed un magnifico mistero, se non straripasse letteralmente di dettagli inutili e ridondanti. Ha strafatto e ciò rende la lettura estremamente irritante.
E' possibile -anzi, estremamente probabile- che non abbia voluto concentrarmi abbastanza per provare a stare al loro passo - ma non esagero assolutamente se dico che sarebbe stato indispensabile prendere appunti durante la lettura. Leggo recensioni di coloro che ce l'hanno fatta e che sono rimasti estremamente soddisfatti (e lo crederei bene!) di aver districato la matassa, come leggo di teorie che fioriscono sulla reale identità anche dei due protagonisti, come se ai due livelli di lettura contenuti nel tomo se ne aggiungesse un terzo, e cioè il nostro, la riflessione del lettore che deve decifrare il libro. (Mi spiego: così come Jen ed Eric stanno leggendo La Nave di Teseo di V.M Straka cercando al suo interno dei codici, al lettore sarà richiesto di trovare dei codici all'interno delle note di Jen ed Eric).
E' kafkiano; sono un po' dispiaciuta di non essere riuscita a stargli dietro, perché davvero non posso dire se sia una genialata o una ciofeca. Noto -con un po' di piacere- che anche coloro a cui è piaciuto covano del risentimento, poiché si setaccia il libro alla ricerca di ogni indizio che possa far parte di un codice lasciato dagli autori, Jj Abrams e Doug Dorst, senza sapere se effettivamente possiamo leggere dei riferimenti come parte di un codice più grande che ci fornisca la chiave di lettura ultima o se, sostanzialmente, sono un po' tutte puttanate buttate alla rinfusa.