A review by dely_dd
L'ultimo sospiro del Moro by Salman Rushdie

1.0

Senza nulla togliere a Rushdie, questo suo libro mi ha profondamente annoiato per via di frasi troppo lunghe in cui mi perdevo. Ho fatto veramente fatica a finirlo. Il narratore, raccontando il passato della sua famiglia, aggiunge nella stessa frase (in corsivo o tra parentesi) pensieri personali, ricorda frasi dette da altri, trae le sue conclusioni per poi continuare a raccontare degli anni passati. Ne risultavano frasi lunghe e difficili da seguire. Inoltre, questo è un libro che andrebbe letto in lingua originale perché con la traduzione si perdono i giochi di parole, e le note del traduttore non sono di grande aiuto visto che il gioco di parole non rende più una volta spiegato. Ci sono anche molte parole indiane che non sono state tradotte, quindi non coglievo sempre appieno il senso di alcune frasi. Sicuramente gli indiani possono apprezzare maggiormente un libro del genere perché ci sono anche battute e frecciatine rivolte a politici e altri personaggi dell'epoca, riferimenti a film di Bollywood e attori, alla mentalità tipica e forse stereotipata dell'indiano, che i non-indiani fanno fatica a cogliere.
Non si coglie nemmeno bene la storia dell'India perché veniamo a conoscenza degli avvenimenti storici solo tramite battute e allusioni. I fatti più noti si riescono più o meno a capire (per chi già conosce la storia dell'India), ma altri fatti minori non vengono mai nominati chiaramente. Attraverso la famiglia Zogoiby dovremmo venire a conoscenza della storia dell'India, ma questa rimane in sordina proprio per il fatto che vi sono solo allusioni e mancano dettagli. Oppure l'intenzione di Rushdie non era scrivere un romanzo storico, bensì mettere in primo piano il caos politico e religioso che regnava in India e la natura corrotta dell'essere umano? Non saprei. Fosse così ci è riuscito grazie ai personaggi eccentrici della famiglia Zogoiby e le loro vicissitudini stravaganti e bizzarre.

Rushdie sputa il suo veleno sull'India, la corruzione, i politici, la colonizzazione britannica, la religione (non risparmia nemmeno Gandhi) e l'ironia non riesce ad addolcire questo veleno. È un linguaggio duro, diretto, rabbioso e a tratti anche blasfemo. I protagonisti hanno tutti una doppia natura: chi sembra malvagio si dimostrerà anche capace di sentimenti "umani"; chi invece sembra un agnellino, si dimostrerà infido. Il lettore non si aspetta di essere tradito in questo modo dai personaggi, e alla fine si renderà conto che sono tutti subdoli, malati e maligni. Non si salva nessuno. In questo l'autore è stato bravissimo perché riesce a trasmettere al lettore il marcio dei suoi personaggi lasciandogli addosso una sensazione di disgusto e "sporcizia".

Peccato, perché avevo veramente amato [b:I figli della mezzanotte|9726985|I figli della mezzanotte|Salman Rushdie|https://images.gr-assets.com/books/1327511551s/9726985.jpg|1024288] e mi era stato detto che L'ultimo sospiro del Moro era molto meglio.