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A review by eustachio
Fiabe by Jacob Grimm, Wilhelm Grimm, Giuseppe Cocchiara
3.0
Dicono tutti che le fiabe originali sono molto più dark di quello a cui ci hanno abituato le versioni Disney, ma non è del tutto vero: o meglio, il bene trionfa sempre sul male, il duro lavoro, l'umiltà e l'intelligenza (addirittura la scaltrezza, se si tratta di sconfiggere giganti, briganti o demoni) vengono premiati anche arrivando a resuscitarti, sì, mentre pigrizia, cupidigia e cattiveria molto probabilmente ti porteranno a una morte cruenta, ma è la brutalità dei castighi a fare la differenza.
Un consiglio: se ti chiedono come puniresti qualcuno che guarda caso si è macchiato dei tuoi stessi crimini, magari evita di suggerire di chiuderlo in una botte d'olio bollente con dei serpenti velenosi anche se pensi di averla fatta franca.
Ci sono alcuni dettagli deliziosi, impreziositi forse dalla traduzione dal sapore toscano di Clara Bovero. Per esempio, mentre le sorellastre di Cenerentola chiedono al padre bei vestiti, perle e gemme, lei si accontenta del primo rametto che lo sfiora strada facendo. Oppure: quando qualcuno vuole acquistare Pollicino, il padre dice: "No, è la radice del mio cuore". O ancora, assurdità quali:
La posta in gioco è sempre altissima, le indicazioni/profezie sempre complicatissime, proprio come in un sogno. Cogli dodici fiori per i tuoi dodici fratelli? Eh no, ora li hai trasformati in corvi e c'è un solo modo per liberarli:
Ti svelo un segreto: probabilmente dell'edizione integrale delle fiabe dei fratelli Grimm non ne sentivano il bisogno nemmeno i Grimm stessi, ché oltre a un sacco di ripetizioni e varianti delle stesse storie ce ne sono di piccole e abbastanza insulse, specialmente quelle dove inseriscono a forza morale e personaggi cristiani.
Però leggerle tutte insieme fa un certo effetto, tant'è che è difficile tuttora scrollarmi di dosso alcuni elementi del loro immaginario, vivere la vita di tutti i giorni senza leggerla in chiave Grimm, con tutto che molto spesso le fiabe non hanno capo né coda (ma quanta gente ho importunato con Il principe ranocchio o Enrico di ferro? chi se lo aspettava che il principe non c'entra nulla con il risveglio di Rosaspina?).
Le fiabe che vale davvero la pena leggere sono quelle famose, ma se ne trovano anche altre di davvero curiose. A occhio direi che tutte quelle più corte di una pagina, con animali parlanti e gente quale San Pietro si possono saltare a piè pari. Una menzione speciale va a Il pescatore e sua moglie, l'unica fiaba che non sembra il vaneggiamento di uno appena svegliato e che alla fine fa anche scappare una risata autentica.
Un consiglio: se ti chiedono come puniresti qualcuno che guarda caso si è macchiato dei tuoi stessi crimini, magari evita di suggerire di chiuderlo in una botte d'olio bollente con dei serpenti velenosi anche se pensi di averla fatta franca.
Ci sono alcuni dettagli deliziosi, impreziositi forse dalla traduzione dal sapore toscano di Clara Bovero. Per esempio, mentre le sorellastre di Cenerentola chiedono al padre bei vestiti, perle e gemme, lei si accontenta del primo rametto che lo sfiora strada facendo. Oppure: quando qualcuno vuole acquistare Pollicino, il padre dice: "No, è la radice del mio cuore". O ancora, assurdità quali:
Passato il fiume, trovò l'ingresso dell'inferno. Là dentro era tutto nero e fuligginoso e il diavolo non era in casa; ma c'era sua nonna, seduta in una gran poltrona.Tra l'altro: se capiti per caso a casa del diavolo, dei briganti o di una strega, ci sarà sempre una nonna o una ragazza buona disposta ad aiutarti a nasconderti così da fornirti quello che ti occorre prima di scappare.
La posta in gioco è sempre altissima, le indicazioni/profezie sempre complicatissime, proprio come in un sogno. Cogli dodici fiori per i tuoi dodici fratelli? Eh no, ora li hai trasformati in corvi e c'è un solo modo per liberarli:
Devi esser muta per sette anni, non devi parlare né ridere e se dici una sola parola, e manca soltanto un'ora ai sette anni, tutto è vano e i tuoi fratelli saranno uccisi da quella tua sola parola.Poi, inevitabilmente, anche se ti fai i fatti tuoi arriverà sempre il punto in cui il tuo mutismo ti caccerà nei guai e per spezzare l'incantesimo rischierai la tua stessa vita.
Ti svelo un segreto: probabilmente dell'edizione integrale delle fiabe dei fratelli Grimm non ne sentivano il bisogno nemmeno i Grimm stessi, ché oltre a un sacco di ripetizioni e varianti delle stesse storie ce ne sono di piccole e abbastanza insulse, specialmente quelle dove inseriscono a forza morale e personaggi cristiani.
Però leggerle tutte insieme fa un certo effetto, tant'è che è difficile tuttora scrollarmi di dosso alcuni elementi del loro immaginario, vivere la vita di tutti i giorni senza leggerla in chiave Grimm, con tutto che molto spesso le fiabe non hanno capo né coda (ma quanta gente ho importunato con Il principe ranocchio o Enrico di ferro? chi se lo aspettava che il principe non c'entra nulla con il risveglio di Rosaspina?).
Le fiabe che vale davvero la pena leggere sono quelle famose, ma se ne trovano anche altre di davvero curiose. A occhio direi che tutte quelle più corte di una pagina, con animali parlanti e gente quale San Pietro si possono saltare a piè pari. Una menzione speciale va a Il pescatore e sua moglie, l'unica fiaba che non sembra il vaneggiamento di uno appena svegliato e che alla fine fa anche scappare una risata autentica.