A review by momotan
Un oscuro scrutare by Philip K. Dick

3.0

Questa storia ha ben poco di fantascientico (giusto le tute mimetizzanti, elemento utile comunque per la trama) e molto invece di autobiografico e di sociale.

Il tema del libro è la droga, i suoi effetti sulle persone che ne diventano dipendenti, la piaga che può essere per la società.
E Dick ne parla alla sua maniera, ovviamente.

Siamo in un futuro non troppo distante, e la droga è un'emergenza a livello nazionale. Il problema principale, probabilmente, per quello che traspare dal libro. E nel tentativo di debellare questo problema la polizia utilizza molti agenti in incognito, sotto copertura, mescolati ai comuni drogati, tutti a caccia dei vertici della piramide nel tentativo utopistico di porre fine una volta per tutte al traffico.

Il nostro protagonista è Bob Arctor, una persona comune -lavoro comune, una ex-moglie e due figlie lasciate alle sue spalle- che assume la droga chiamata Sostanza M e vive in una casa assieme a due amici, tossici anch'essi.
Bob però è anche Fred, un agente della Narcotici inviato sotto copertura per cercare di risalire a qualche spacciatore di grosso livello.
E quando Bob assume i panni di Fred, lo fa indossando la tuta mimetica, che maschera completamente l'agente celandone l'identità, rendendo impossibile intuire chi si possa celare dietro quelle fattezze in continua mutazione.

Col tempo però l'abuso della droga e l'utilizzo di questa tuta spersonalizzante cominceranno a deteriorare la mente di Bob, rovinandogli il cervello (allucinazioni, paranoia, incapacità di fare ragionamenti) e arrivando al punto assurdo in cui quando è nei panni di Fred si ritrova a pensare a Bob come una terza persona, esterna, a lui estranea, qualcuno da tenere d'occhio e su cui indagare. Fred arriva seriamente a sospettare che Bob stia facendo qualcosa di losco, e alla fine servirà un intervento esterno per ricordargli che lui in realtà sia Bob Arctor.
Un intervento provvidenziale, visto che in teoria nemmeno i suoi superiori o i suoi colleghi possono sapere la vera identità degli agenti: è troppa la paura di corruzione nelle forze dell'ordine. Una misura precauzionale che può anche essere giustificata, ma che rende possibili paradossi come l'incarico a Fred di tenere d'occhio Arctor, sospettato di avere legami con organizzazioni pericolose e potenti.

Se la trama in sé fosse al centro del libro, questa sarebbe una possibile pecca non da poco, ma la trama purtroppo sembra poco più che una scusa per mostrare le persone assuefatte alle varie sostanze stupefacenti, sia nei momenti "buoni" (quando sono euforici e partono in conversazioni assurde e prive di senso) sia in quelli meno buoni, tra crisi, dolore, sofferenza e necessità fisica di trovare altra "roba".
Abbiamo anche una rapida occhiata sulle donne, le "pollastrelle", che vengono spesso forzate nella droga ancora in giovane età e che in questo modo invecchiano precocemente, spinte alla prostituzione pur di potersi pagare qualche dose, devastate mentalmente e fisicamente.

Il che ci porta a Donna, una piccola spacciatrice che tutti sanno stia con Bob, che si dice si faccia di eroina... tante le voci su di lei, che in realtà Bob vorrebbe avere come ragazza ma che dal canto suo non ci pensa nemmeno e si tiene ben lontana da relazioni di ogni sorta.

Tutta la parte del deterioramento della mente di Bob è gestita benissimo, la caduta nell'oblio è lenta ma inesorabile, accompagnata da paranoie e da analisi mediche.
La parte della trama invece fatica a emergere, serve il colpo di scena finale per ricordarci che c'era davvero una storia oltre alla crisi cerebrale di Bob.

Però al netto della bravura nel descrivere la crisi di Bob, il ritmo lento e l'apparente assenza di una vera trama mi hanno resa faticosa la lettura, per non parlare dei tanti dialoghi fini a sé stessi tra drogati o delle citazioni in tedesco.
Apprezzo il tentativo e lo scopo della storia, ma non posso dire di essermela goduta particolarmente.