Leggendo questo libro, escludendo i dettagli legati alle automobili e alla musica, si potrebbe pensare che sia ambientato in un'epoca lontana, addirittura fittizia. Invece purtroppo non è così e sapere di essere davanti a una storia vera di cui non avevo mai sentito parlare mi ha messo i brividi.

Per oltre centocinquant'anni, in Irlanda, le prostitute, le giovani madri, le orfane e anche le VITTIME di stupro venivano rinchiuse in collegi che avevano solo la funzione di nasconderle da quella società perbenista e puritana che non voleva "macchiarsi" della loro presenza.

La protagonista, Ophelia, dopo la morte della madre ha come unico desiderio quello di leggere e studiare, e dalla matrigna anche questi desideri così puri vengono visti come ribellione alla sua educazione. Quando la ragazza viene assalita, è lei ad essere punita e viene mandata in una di queste strutture che le toglie la voglia di vivere. Sapere che nella realtà l'ultima di queste strutture è stata chiusa solo nel 1996, praticamente ieri, mi ha fatto vergognare e ringraziare per l'ennesima volta di essere nata in un contesto diverso. L'ennesima atrocità compiuta contro le donne.