"Questa è la storia di un "indifferente". Il titolo del mio romanzo è un titolo alla rovescia: la storia di un uomo che non avrebbe voluto essere un indifferente, ma scrivere in nome di qualcosa, qualcosa di assoluto. Sono contento di aver scritto il mio romanzo e sono contento che la mia intuizione sia stata suffragata da grandi libri come quelli scritti da Sarte e Camus e più tardi da Pavese, con "La casa in collina" - l'intuizione del problema cruciale, quello dell'intellettuale, che a tutt'oggi non è stato ancora risolto..." (La giovane lettura "indifferente" di Alberto Moravia, 1985).
Nel 1985 Alberto Moravia scriveva sul ruolo dell'intellettuale, ponendosi domande riguardo il suo posto nella società, nella vita, affermando che ancora non vi erano state trovate le risposte.
Caro Moravia, temo che a distanza di tanti anni, queste domande siano tutt'ora senza una risposta e che non solo gli "intellettuali" ma anche tutti i "vagabondi" dei significati siano ancora alla ricerca di un luogo in cui poter rappresentare il proprio senso ultimo.