A review by eustachio
Teatro by Samuel Beckett, Paolo Bertinetti

2.0

Maledetto sia il giorno in cui notai che per soli tre euro in più potevo avere non solo Aspettando Godot, ma anche alcune altre opere di Samuel Beckett.
È da cinque mesi che ho questo commento in testa, ma mi sono detto: "Vai avanti, non lasciar perdere, sicuramente ci sarà qualcosa di buono e gli darai almeno tre stelline". Invece no.
La triste verità è che i lavori di Beckett hanno senso solo se contestualizzati. Specie gli ultimi della raccolta. Se i primi (Aspettando Godot, Finale di partita, Tutti quelli che cadono) hanno qualcosa in sé di concreto a cui il lettore può aggrapparsi (dialoghi, ambientazioni, personaggi), gli altri sono parole a caso, giochi di luce, monologhi infiniti, gesti ripetitivi, pause. Insomma: nulla.
Sicuramente fa più effetto a teatro. A fine lettura, a parte un lontanissimo "che bello" per Aspettando Godot, non resta che la sensazione di essersi tolti un grande peso; con tutto che le ultime cento pagine le ho lette di corsa, senza soffermarmi su eventuali sottotesti (ma non ce ne saranno, e se ci fossero sarebbero nell'insieme, non nelle singole parti del dialogo), per il puro gusto di arrivare alla fine.