È la storia di Vivian, una ragazza come tante, che dopo l'ennesimo episodio di sessismo rimasto impunito a scuola, decide di ispirarsi al movimento femminista delle Riot Girls e creare una fanzine anonima da distribuire nei bagni delle ragazze. A poco a poco, avviene un cambiamento tra i banchi di scuola e le ragazze cominciano a reagire (pacificamente) alle discriminazioni e alle molestie che fino a ora hanno subito in silenzio. È tempo di rivoluzione!
Seppure questo romanzo sia ambientato a scuola e abbia come protagonista una sedicenne, non lo definirei un romanzo per ragazze soltanto. È un libro per tutti, perché parla di parità, unione e libertà di parola, tutte cose che stanno a cuore a chiunque (spero!), non importano il genere, l'orientamento sessuale o l'età.
Quello che ho apprezzato innanzitutto è la delicatezza con cui sono trattati certi argomenti difficili e il fatto che non ci siano i soliti stereotipi sulle femministe o sugli adolescenti in generale.
Non viene mai fatto passare il messaggio che tutti i maschi sono crudeli o maiali, così come non ci sono rivalità inutili tra ragazze per contendersi le attenzioni degli altri. Cosa per me molto importante, non si romanticizzano atteggiamenti possessivi e manipolatori né le amicizie vengono messe da parte quando entra in campo l'interesse amoroso.
I personaggi sono ben scritti e caratterizzati, si avverte durante la lettura un forte senso di giustizia e sorellanza, che quasi dà alla testa e fa sentire bene.
È una lettura che consiglio sì alle adolescenti (ma anche ai ragazzi, eh. Il messaggio fa bene da entrambi i lati), ma anche agli adulti, perché le ingiustizie descritte nel libro non sono cose a noi estranee, anzi. E leggere questo romanzo può essere l'occasione giusta per riflettere e sentirsi meno soli. Proviamo tutti le stesse cose e uniti siamo più forti!