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A review by la_cantina_dei_libri_0
La ragazza del convenience store by Sayaka Murata
2.0
La trama sembra davvero interessante, quasi fosse l'inizio di una storia d'amore. Invece qui non succede niente.
L'unico sentimento è l'apatia della protagonista. Passiva, poco socievole e devota solo al suo lavoro trascorre le sue giornate tra konbini e la sua abitazione mal ridotta.
Shiraha è un uomo che di umano non ha proprio nulla. Arrogante, folle, si contraddice dopo una frase, ma quello che sostene di pensare non ha un minimo senso.
I due protagonisti sono avversi con questa società che li vuole in un determinato contesto lavorativo, sociale, culturale, ma le loro argomentazioni fanno acqua da tutte le parti. Sono assurdi, non hanno senso - e pure indecenti.
Questo libro purtroppo non ha uno sviluppo degno di nota. Tutto rimane piatto, statico e quello che vorrebbe essere un messaggio anticonformista passa quasi inosservato dallo stile troppo semplice e superficiale.
Il messaggio che vorrebbe tramandare la lettura di questo libro è che ognuno è libero di fare il lavoro che piace e fregarsene della società e dei giudici standard, ma il tutto è stato poco sviluppato e quel poco è strutturato male. Sembra quasi una bozza.
Questa è stata una lettura molto deludente.
La protagonista femminile non ha carattere - se non un minimo spiraglio verso la fine - ma per tutto il romanzo si limita a svolgere il suo lavoro, rispondere come gli altri vorrebbero e rimanere passiva anche davanti agli insulti maleducati da parte di Shiraka, un uomo solo per aspetto. La ciliegina sulla torta dell'assurdità è che i due ad un certo punto stringono un comune accordo, pensando sia la soluzione migliore per risolvere i loro problemi.
Keiko si esclude come donna individuo del mondo, definendosi solo ed unicamente una commessa del suo amato konbini. Potrebbe essere meritevole la volontà che riserva per il suo lavoro, ma così non dà spazio a sé stessa e si autoesclude.
Mi dispiace, ma questo romanzo è stata una delusione.
L'unico sentimento è l'apatia della protagonista. Passiva, poco socievole e devota solo al suo lavoro trascorre le sue giornate tra konbini e la sua abitazione mal ridotta.
Shiraha è un uomo che di umano non ha proprio nulla. Arrogante, folle, si contraddice dopo una frase, ma quello che sostene di pensare non ha un minimo senso.
I due protagonisti sono avversi con questa società che li vuole in un determinato contesto lavorativo, sociale, culturale, ma le loro argomentazioni fanno acqua da tutte le parti. Sono assurdi, non hanno senso - e pure indecenti.
Questo libro purtroppo non ha uno sviluppo degno di nota. Tutto rimane piatto, statico e quello che vorrebbe essere un messaggio anticonformista passa quasi inosservato dallo stile troppo semplice e superficiale.
Il messaggio che vorrebbe tramandare la lettura di questo libro è che ognuno è libero di fare il lavoro che piace e fregarsene della società e dei giudici standard, ma il tutto è stato poco sviluppato e quel poco è strutturato male. Sembra quasi una bozza.
Questa è stata una lettura molto deludente.
La protagonista femminile non ha carattere - se non un minimo spiraglio verso la fine - ma per tutto il romanzo si limita a svolgere il suo lavoro, rispondere come gli altri vorrebbero e rimanere passiva anche davanti agli insulti maleducati da parte di Shiraka, un uomo solo per aspetto. La ciliegina sulla torta dell'assurdità è che i due ad un certo punto stringono un comune accordo, pensando sia la soluzione migliore per risolvere i loro problemi.
Keiko si esclude come donna individuo del mondo, definendosi solo ed unicamente una commessa del suo amato konbini. Potrebbe essere meritevole la volontà che riserva per il suo lavoro, ma così non dà spazio a sé stessa e si autoesclude.
Mi dispiace, ma questo romanzo è stata una delusione.