Questo è un romanzo in cui non succede *quasi* nulla, e dove tuttavia facciamo scoperte interessanti sia sulle origini di Ciri e sul perché sia così importante (i motivi sono vari, come varie sono le fazioni che se la contendono) sia sulla politica del mondo che va cambiando, scosso da una brutale guerra.

Mi è sembrato un momento di pausa per mettere sulla scacchiera, al posto giusto, i pezzi le cui mosse successive andranno a determinare l'evolversi della storia.

Nel complesso nulla di che e molta preparazione, che però si fa leggere bene, in modo scorrevole e interessante. con rivelazioni importanti che contribuiscono a tenere viva l'attenzione. La nota che ho trovato più negativa è stata proprio Geralt: in questa tappa del percorso è rimasto più sullo sfondo, più una macchietta nel suo guardare ostinatamente avanti alla ricerca di Ciri e fare e pensare poco altro. Mi aspetto di più dal suo personaggio, così ricco anche senza bisogno dell'"appendice" Ciri, che è sicuramente una parte fondamentale della storia e della vita dello strigo ma non può e non deve annullarne la personalità.