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A review by eustachio
Eugenia Grandet by Honoré de Balzac
5.0
Perché l’avaro per antonomasia è Scrooge quando esiste il signor Grandet? Balzac non è parco di dettagli concreti: Grandet fa il finto tonto fingendosi un umile vecchietto sordo e balbuziente per concludere gli affari migliori; nonostante la ricchezza accumulata negli anni, costringe moglie e figlia a una vita di rinunce privandole di qualsiasi cosa non sia essenziale, come ad esempio limitando le zollette di zucchero per il caffè.
Dall’altra parte dello spettro abbiamo invece Eugenia, il cui altruismo potrebbe vacillare di fronte a tante delusioni e tentazioni, e invece trionfa. Siamo a Saumur, una cittadina nell’ovest della Francia, ma di rado usciamo dalla casa, dalle descrizioni minuziose e viscerali degli ambienti chiusi. Non c’è via d’uscita dalla provincia, è tutta pena e miseria, e la fortuna di cui Eugenia si ritrova ereditiera non la salva dalla solitudine.
Spoiler
; e alla fine è talmente accecato dal denaro che persino in punto di morte cerca di afferrare il crocifisso d’argento del prete che gli sta dando l’estrema unzioneDall’altra parte dello spettro abbiamo invece Eugenia, il cui altruismo potrebbe vacillare di fronte a tante delusioni e tentazioni, e invece trionfa. Siamo a Saumur, una cittadina nell’ovest della Francia, ma di rado usciamo dalla casa, dalle descrizioni minuziose e viscerali degli ambienti chiusi. Non c’è via d’uscita dalla provincia, è tutta pena e miseria, e la fortuna di cui Eugenia si ritrova ereditiera non la salva dalla solitudine.
Grandet covava realmente entro di sé qualcosa, secondo l’espressione usata da sua moglie. Era in lui, come in tutti gli avari, un persistente bisogno di giocare una partita con gli altri uomini, di guadagnar legalmente i loro scudi. Imporsi sugli altri, non è forse compiere un atto di potenza, concedersi perpetuamente il diritto di sprezzare coloro che, troppo deboli, si lasciano in questo basso mondo divorare?