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A review by matibingereading
La memoria di Babel by Christelle Dabos
5.0
Edit 11/2021: ripensando all’importanza che ho dato ai libri di questa saga, sto rivalutando le stelline date. Per questo ho alzato da 4 a 5, perché forse questo romanzo di passaggio e per lo più sopravvalutato, è quello più interessante.
Christelle Dabos anche questa volta si è superata con l’ambientazione: Babel è completamente diversa dal Polo ma fin troppo vicina alla nostra realtà cosmopolita e ipocrita. È proprio l’ambientazione che fa la parte del leone in questo libro, accompagnata dalla crescita come personaggio della protagonista e l’intreccio che procede tenendoti incollata alle pagine.
Ammetto che questo è stato il più “lento” (ma comunque letto in meno di una settimana) per via della prima parte del libro che è molto di ricerca. Ed è normale perché questo è il libro di stallo della saga, serve per capire delle cose (ma non tutte) e far maturare i personaggi.
Nota negativa: essendo in un’arca completamente diversa conosciamo nuovi personaggi secondari, che per quanto mi siano piaciuti molto, non reggono con i personaggi secondari dei primi due libri, di cui ho sofferto la presenza solo sullo sfondo.
A discapito di quello che vedo detto, la storia di Ofelia e Thorn non mi dispiace. Non la trovo abusiva, riesco a capire perché si comportano in determinati modi e secondo me sono estremamente umani entrambi, e umana è la loro storia d’amore. Ofelia e Thorn avevano tutte le carte in regola per essere un clichè ambulante, ma invece secondo me la Dabos è riuscita a stravolgere i clichè e dare una versione diversa della “ragazzina impacciata e l’uomo burbero”, una versione più fresca che si, mi ha proprio coinvolto!
Spero che l’intreccio continui a tenermi con il fiato sospeso anche nel quarto volume, e che non deluda le mie aspettative
Christelle Dabos anche questa volta si è superata con l’ambientazione: Babel è completamente diversa dal Polo ma fin troppo vicina alla nostra realtà cosmopolita e ipocrita. È proprio l’ambientazione che fa la parte del leone in questo libro, accompagnata dalla crescita come personaggio della protagonista e l’intreccio che procede tenendoti incollata alle pagine.
Ammetto che questo è stato il più “lento” (ma comunque letto in meno di una settimana) per via della prima parte del libro che è molto di ricerca. Ed è normale perché questo è il libro di stallo della saga, serve per capire delle cose (ma non tutte) e far maturare i personaggi.
Nota negativa: essendo in un’arca completamente diversa conosciamo nuovi personaggi secondari, che per quanto mi siano piaciuti molto, non reggono con i personaggi secondari dei primi due libri, di cui ho sofferto la presenza solo sullo sfondo.
A discapito di quello che vedo detto, la storia di Ofelia e Thorn non mi dispiace. Non la trovo abusiva, riesco a capire perché si comportano in determinati modi e secondo me sono estremamente umani entrambi, e umana è la loro storia d’amore. Ofelia e Thorn avevano tutte le carte in regola per essere un clichè ambulante, ma invece secondo me la Dabos è riuscita a stravolgere i clichè e dare una versione diversa della “ragazzina impacciata e l’uomo burbero”, una versione più fresca che si, mi ha proprio coinvolto!
Spero che l’intreccio continui a tenermi con il fiato sospeso anche nel quarto volume, e che non deluda le mie aspettative