Un racconto duro, sconvolgente. Questa testimonianza è un vero pugno allo stomaco, difficilissima da leggere. Muhsen è una donna incredibilmente forte per essere riuscita a sopportare tutto quello che le è successo. L'odio per la sua situazione è evidente, traspare in ogni rigo, ed è come se si potesse toccare con i polpastrelli a ogni pagina che si gira. È proprio grazie a questo odio che Muhsen è riuscita a sopravvivere allo Yemen: si è trasformato nella forza che la ha sostenuta nella lotta per sé stessa, lotta che, nel 1990, quando il racconto viene pubblicato, sta tra l'altro ancora combattendo per poter liberare la sorella, senza diritti in Yemen.

Mi sono ritrovata molto nell'autrice: lungi da me affermare che avrei la determinazione che lei ha mostrato se mi trovassi nella stessa situazione (potrei solo sperarlo), ma mi sono identificata nel suo fuoco, quello con cui ha combattuto l'ingiustizia di cui lei e la sua famiglia sono state vittime.

Lo stile di questa testimonianza è piuttosto semplice e poco "letterario", ma penso che dia carattere al racconto, per quanto ho trovato personalmente che rallentasse un po' la lettura.

È un libro difficile, ma che tutti dovrebbero leggere per rendersi conto di quale sia condizione della donna in certi Paesi nel mondo.