A review by dominil
Il pasticciere del re by Anthony Capella

4.0

Mi pare che esistano due tipi di amore: l’amore che ci capita e l’amore che incoraggiamo. L’amore che ci afferra senza che lo vogliamo è fisico, come una malattia, e proprio come una malattia ci indebolisce. E' un amore che ferisce, perché si basa sul bisogno di possedere qualcuno invece che sull’affetto o sul rispetto. Ma l’amore che incoraggiamo — che due persone scelgono di coltivare insieme — cresce, giorno dopo
giorno, cominciando da piccole cose. E come un fuoco che può essere alimentato per cucinare i cibi e riscaldare la casa, ma al quale non è permesso di divampare fino a bruciare la città intera, come il Grande incendio di Londra. Però è un amore che non si costruisce da soli. Bisogna essere in due.


Sto notando che apprezzo molto i romanzi storici, anche se spesso la parte più prettamente "storica", dei grandi eventi, non è affatto preponderante.
Anche qui, in parte, è così, soprattutto per il protagonista maschile, Carlo Demirco, ma la cosa non mi disturba molto, dato che sono più interessata a vedere come la gente viveva e pensava in una determinata epoca, piuttosto che a conoscere precisamente i fatti storici, per cui mi basterebbe aprire un qualsiasi manuale di storia o direttamente Wikipedia.

Vorrei partire dicendo che il titolo non c'entra nulla con la storia; anzi, fin da subito si sottolinea la differenza tra il pasticcere e il creatore di sorbetti e poi gelati.
Il titolo originale in inglese è Empress of ice cream che è molto più calzante rispetto a quello italiano. Certo, non è Louise, la nostra protagonista a creare queste squisitezze, ma di certo ne ispira parecchie e le usa a proprio vantaggio.

La storia passa in rassegna mezza Europa, seguendo il viaggio di Carlo Demirco, prima come ragazzo venduto al sorbettiere arabo dei de'Medici a Firenze, poi come uno dei quattro creatori di sorbetti a Versailles, non ancora completata, e, infine, come superstar gastronomica a Londra, unico conoscitore di quest'arte.
Il periodo storico, come forse si è inteso, è quello del Seicento, appena prima la guerra in Olanda, che è la causa dell'ultimo spostamento di Carlo, insieme a Louise de Kérouaille, ragazza di nobilissima famiglia impoverita; Luigi XIV vuole infatti convincere Carlo II d'Inghilterra a partecipare a questa guerra, ma si trova in difficoltà a causa della depressione del secondo, a seguito dell'amata sorella Enrichetta. Deciso a risvegliare i sensi del monarca inglese e quindi ottenere il suo appoggio, quello francese decide di mandare i nostri due protagonisti oltre la Manica.

Louise e Carlo (Demirco) sono due personaggi interessanti e il loro doppio pov mi ha aiutato a vedere le stesse situazioni in due modi diversi, dato il ceto e l'esperienza di vita di ognuno.
Forse perché, appunto, la narrazione ha come centro focale loro due gli altri rimangono un po' sullo sfondo, non molto approfonditi, anche se alcuni rimangono impressi nella memoria.

Louise, all'inizio, è una ragazza che non si fa illusioni sulla sua situazione: è stata mandata a corte dalla sua famiglia perché si trovi un marito, nonostante non abbia altro che una lunghissima genealogia nobile. La sua posizione, che non è molto positiva, dato che ormai è qualche anno che si trova a Versailles e nessuno le ha mai fatto nemmeno una proposta di matrimonio, sembra peggiorare quando la sua protettrice, Enrichetta, muore davanti ai suoi occhi. Agli occhi di re Luigi, non c'è nulla di meglio per poter convincere re Carlo che spedirgli una bella ragazza che ha pure conosciuto la sorella ma lei non ci sta assolutamente, rifiutando per dodici mesi le continue e generose attenzioni del monarca, nonostante le pressioni dell'ambasciatore francese. Da ora avviene un cambiamento: se era partita grazie alle lusinghe e alle insinuazioni di poter diventare regina, ora comprende l'oscurità della corte e della politica, giungendo a spadroneggiare proprio come una regnante. Il mondo dell'amore le sarà sempre precluso, ma più per carattere che per la sua situazione: è completamente lucida riguardo la posizione che occupa e ciò che desidera.

Carlo Demirco ha una relazione con il ghiaccio che dura da una vita e che continua a evolversi e a cambiare.
Parte come servo, considerato alla stregua di un animale che non comprende nulla, e impara tutto ciò che sa il suo padrone, pur sognando di poter andare oltre i quattro gusto tipici creati alla corte medicea; fugge in Francia, cogliendo la sua occasione, e lì si ritrova in un mondo scintillante e scivoloso, dove tutto dev'essere novità e non ci si può permettere un attimo di noia o ripetizione. Proprio qui riesce a sperimentare al massimo, assecondando i gusti del sovrano e iniziando la propria educazione sessuale con le signore nobili che abitano Versailles. Sempre a palazzo, incontra per la prima volta, restandone fulminato, Louise, di cui diverrà poi il confidente.
Una volta arrivato a Londra, si trova in un luogo quasi anarchico rispetto a ciò a cui è abituato e si ritrova alla ricerca di quello che diventerà il nostro gelato. Alla fine di questa storia, si ritroverà a prendere una decisione rivoluzionaria e, finalmente, a essere libero da qualsiasi padrone.

La trama, soprattutto la conclusione, è dolceamara, molto realistica e curata. Gli stralci delle ricette dei vari sorbetti e la loro descrizione mi hanno fatto venire l'acquolina in bocca e ho desiderato visitare tutti i luoghi in cui si svolgevano le azioni, dalle ghiacciaie ai teatri alle stanze da letto