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A review by gonza_basta
Il mosaico del tempo grande by Carmine Abate
5.0
Se vi ricordate, questo è uno dei miei autori preferiti e devo dire che anche stavolta non mi ha deluso.
Premio Vittorini, questo romanzo riprende, come al solito, le vicende di Hora (paese Albanese) che possiamo identificare con Carfizzi, in Calabria.
Ambientato al giorno d'oggi, il romanzo è una scusa per ripercorrere la storia dell'Albania, dalla battaglia di Scandemberg con i Turchi, alle fughe in gommone passando per gli anni a cavallo tra la fine degli anni '80 fino all'inizio degli anni '90, quando usci' la bellissima foto di Toscani in cui arrivavano 10.000 albanesi su una nave che attraccava a Bari, appena morto Hoxa.
Un racconto che rivive su un mosaico e viene narrato da un moderno aedo, una lunga storia d'amore, per la propria patria e per le donne, per le quali si lascia tutto e si crede in un sogno; donne che incredibilmente diventano l'unico punto fermo di grandi uomini e attorno cui ruota non solo la propria storia, ma LA STORIA. (E aveva ragione E. Roosvelt quando diceva che "...dietro ogni grande uomo, c'è sempre una grande donna"...ma sto divagando).
Insomma un romanzo come un quadro, anzi come un mosaico, dove piano piano tutti i tasselli trovano il proprio posto, anche il giallo finale e l'immagine che ne deriva sembrano essere reali, con tanto di odori e suoni, perchè questo scrittore è proprio uno che ci sa fare con le parole. Termini arbesh si mischiano con parole italiane in una musica che come un accompagnamento di fondo ci porta a conoscere Michele e Laura, Drita e Antonio, i Damis e Liveta.
Sono quei personaggi a cui ripensi dopo che hai finito il libro, quelli per i quali vorresti conoscere l'autore per sapere che fine hanno fatto poi, se davvero sono riusciti a realizzare il sogno, ma ti dici che è meglio che Abate tu non lo conosca (mentendoti), forse ti direbbe cose diverse da quelle che vuoi sentire...quindi sicuramente sì, il sogno lo hanno realizzato.
Lasciate che ve lo dica, ogni libro di questo scrittore vale la pena, quindi attingete a piene mani.
Premio Vittorini, questo romanzo riprende, come al solito, le vicende di Hora (paese Albanese) che possiamo identificare con Carfizzi, in Calabria.
Ambientato al giorno d'oggi, il romanzo è una scusa per ripercorrere la storia dell'Albania, dalla battaglia di Scandemberg con i Turchi, alle fughe in gommone passando per gli anni a cavallo tra la fine degli anni '80 fino all'inizio degli anni '90, quando usci' la bellissima foto di Toscani in cui arrivavano 10.000 albanesi su una nave che attraccava a Bari, appena morto Hoxa.
Un racconto che rivive su un mosaico e viene narrato da un moderno aedo, una lunga storia d'amore, per la propria patria e per le donne, per le quali si lascia tutto e si crede in un sogno; donne che incredibilmente diventano l'unico punto fermo di grandi uomini e attorno cui ruota non solo la propria storia, ma LA STORIA. (E aveva ragione E. Roosvelt quando diceva che "...dietro ogni grande uomo, c'è sempre una grande donna"...ma sto divagando).
Insomma un romanzo come un quadro, anzi come un mosaico, dove piano piano tutti i tasselli trovano il proprio posto, anche il giallo finale e l'immagine che ne deriva sembrano essere reali, con tanto di odori e suoni, perchè questo scrittore è proprio uno che ci sa fare con le parole. Termini arbesh si mischiano con parole italiane in una musica che come un accompagnamento di fondo ci porta a conoscere Michele e Laura, Drita e Antonio, i Damis e Liveta.
Sono quei personaggi a cui ripensi dopo che hai finito il libro, quelli per i quali vorresti conoscere l'autore per sapere che fine hanno fatto poi, se davvero sono riusciti a realizzare il sogno, ma ti dici che è meglio che Abate tu non lo conosca (mentendoti), forse ti direbbe cose diverse da quelle che vuoi sentire...quindi sicuramente sì, il sogno lo hanno realizzato.
Lasciate che ve lo dica, ogni libro di questo scrittore vale la pena, quindi attingete a piene mani.