A review by momotan
I figli di Húrin by J.R.R. Tolkien

3.0

Libro pubblicato ovviamente postumo, curato dal figlio di Tolkien che lo ha creato partendo dai Racconti Incompiuti e pubblicato sette anni fa.
E incredibilmente il libro era arrivato subito anche in Italia, dopo pochi mesi necessari all’editore per la traduzione e la stampa.

Un libro di notevole fattura, dotato di una prefazione di Christopher Tolkien nella quale racconta come e perché sia nato questo libr;, un’introduzione sempre del figlio di Tolkien dove viene fatto il punto della situazione immergendo il lettore nell’ambientazione Tolkeniana, nella prima Era, tra Valar rinnegati e Noldor, orchi e umani; note sulla pronuncia dei nomi; un’appendice, sempre di Tolkien, dove si ritorna sulla genesi della storia; una postfazione di Gianfranco De Turris e infine una nota di Quirino Principe. Più una mappa stupenda, in fondo al libro, che si apre e risulta totalmente esterna alle pagine dello stesso, così da renderne possibile la fruizione anche durante la lettura; e le splendide illustrazioni a colori di Alan Lee, sparse all’interno del racconto.
Un lilbro insomma che a mio avviso vale i soldi spesi, sopratutto se paragonato a ciò che solitamente viene venduto allo stesso prezzo.

E la storia?
La storia è pura mitologia Tolkeniana.

Siamo nella Prima Era, nella Terra di Mezzo.
Morgoth, il Vala ribelle, si è insediato qui per regnarvi come tiranno dominando questa terra, e contro di lui si muovono elfi e umani. Gli elfi rimasti in quella terra, ma anche i Noldor tornati dall’est, e i campioni della razza umana, creature quasi simili agli elfi.
Ma il racconto non segue la guerra contro Morgoth (che, tanto per renderne l’idea a chi non ne abbia letto niente, aveva come luogotenente Sauron, la nemesi della Terra di Mezzo nella Terza Era, come narrato ne Il signore degli Anelli). Segue le vicende di Hurin, discendente di Hador Testadoro, Signore del Dor-Lomin. Una casata nobile e fiera, ma anche arrogante e impetuosa alla maniera degli uomini.
Tanto che, nella prima grande battaglia contro Morgoth al termine della quale il tiranno venne ricacciato nella sua fortezza a un prezzo altissimo per gli eserciti uniti di elfi e uomini, alla fine Hurin sfidò personalmente il malvagio Ainur venendone ovviamente sopraffatto. Ma visto che era stato sfidato, Morgoth non lo uccise: gli lanciò contro una maledizione, usando il suo potere per renderla viva e letale. Una maledizione che colpisse la sua famiglia, mentre lui sarebbe rimasto immobile sul trono di Morgoth, vedendo con i suoi occhi e udendo con le sue orecchie, consapevole di tutto ciò che sarebbe successo ma incapacitato a intervenire in alcun modo, o a distogliere lo sguardo.

L’ombra del mio pensiero sarà su di loro ovunque vadano, e il mio odio li perseguiterà sino ai limiti del mondo [...] Ovunque andranno sarà male. Ogniqualvolta parleranno, le loro parole saranno foriere di cattivo consiglio. Qualsiasi cosa facciano, si rivolterà contro di loro. Moriranno in disperazione, maledicendo sia la vita che la morte.

A questo punto seguiamo la storia di suo figlio Turin, che assieme alla maledizione è il vero protagonista della storia.
Nobile, fiero, potente, fortissimo in battaglia, feroce con i nemici, magnanimo con gli amici. Ma pronto all’ira, e gravato da un’ombra funesta, l’ombra della maledizione di Morgoth che sempre lo seguirà.
Tutte le decisioni sbagliate, che conducono alla rovina chiunque gli sia vicino, saranno opera della maledizione o solo frutto della sua arroganza e della sua mancanza di saggezza? La domanda non troverà mai risposta, ma certo Morgoth influisce non poco in tutto questo focalizzandosi spesso sul figlio del suo avversario, inviandogli contro eserciti di orchi, depistandolo e tormentandolo tramite il suo servo, il grande drago Glaurung.

La storia di Turin è la storia di un uomo che vorrebbe liberare la propria terra e sconfiggere l’oppressore, salvare la propria famiglia e la propria gente, ma che distrugge tutto ciò che tocca.
Come personaggio ricorda quasi Elric di Melniboné per come inavvertitamente riesca a portare la rovina su chiunque gli sia amico. Fino all’epilogo Shakespeariano della sua storia, sua e di sua sorella Nienor.
E di loro madre Morwen, che però rimarrà sempre sullo sfondo.

Epica e tragica, una storia toccante che ci conduce nel passato della Terra di Mezzo, focalizzandosi su Turin mentre sullo sfondo proseguono le guerre contro il male. Una goccia nell’oceano mitologico formato da Silmarillon, Racconti Incompiuti e Racconti Perduti… una goccia però che ne è anche l’apice, il racconto su cui Tolkien si è soffermato più a lungo dopo la stesura de Il signore degli Anelli, e il romanzo che alla fine il figlio ha deciso di portare a compimento, ottenendo un risultato davvero notevole.

Ora mi è venuta voglia di leggermi i racconti, sia perduti che incompiuti…