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A review by primix
Gli indifferenti by Alberto Moravia
4.0
L'aggettivo più appropriato che mi viene in mente per definire questo libro è "soffocante". Moravia ci getta nella nebbia di vite borghesi e comuni, ossessionate dalla speranza di cambiare, ma più cercano di farlo e più si ritrovano invischiate nella loro realtà quotidiana. La cosa più interessante è che per “cambiare” non si intende “migliorare”, se stessi o la propria condizione, ma cambiare a tutti i costi, e anzi tendendo verso quanto di più negativo è possibile; e, motore di tutto questo, è la logica del denaro, del lusso, della vita bella e facile.
C’è Carla, che rinnega se stessa, sposa il ricco amante della madre, perché per lei il cambiamento è poter avere una vita diversa da quella di sua madre, poter avere automobili, vestiti e cappellini alla moda.
C’è Michele, il classico tipo che “predica bene e razzola male”, che di fronte alle convenzioni comuni e a quello che ognuno “dovrebbe fare” o “dovrebbe provare” resta eternamente indifferente, e vagheggia di un mondo di sentimenti autentici, che prima chiama suo e poi non è capace di esprimere; Michele che, per cambiare, cerca di assassinare il futuro marito della sorella, perché gli sembra un’azione autentica, degna di quel mondo di cui vorrebbe fare parte ma che non riuscirà mai a raggiungere, un po’ perché non esiste, un po’ perché anche lui si fa allettare dal miraggio del denaro facile e del lavoro che Leo potrebbe procurargli.
C’è Mariagrazia, la madre, o meglio l’amante tradita: perché è sotto questa veste che lei si presenta e si ritrova, più che sotto quella di vedova e madre di due figli: probabilmente la causa del degrado di Carla e Michele è proprio lei, che non ha saputo esserci quando ne avevano bisogno, tutta presa nel compito di non lasciar scappare l’amante, e anzi costringendoli a prendersi cura di lei e del suo animo ferito; una donna fragile, che aspira soltanto a recuperare i rapporti ormai chiusi con Leo, e a “distinguersi” dagli altri in una ricchezza che non è più ricchezza di spirito, ma ricchezza materiale, tanto che vorrebbe essere invidiata e invece si ritrova ad invidiare chi viaggia in automobile e può permettersi gioielli costosi.
C’è Leo, quello coi soldi, le case, la macchina; e che proprio in virtù di questo, e dei suoi agganci, è abituato ad avere tutto facile, ed è convinto che la felicità sia tutta nel fare i propri comodi quando, dove e con chi gli pare. Non esita a chiedere a Carla di sposarlo solo per salvare i propri interessi economici. Insomma, è probabilmente il personaggio più odioso, ma probabilmente anche quello più semplice da capire.
E poi, c’è Lisa. Lisa che è forse l’unica che cerca di migliorare, ma non ha idea di come farlo, e per questo si illude di vedere in Michele quello che il ragazzo non è, in una ricerca continua di un amore puro che lei non è in grado di provare e lui non è in grado di darle. Ma almeno ci prova, cerca di rinnegare la sua vita passata nel tentativo (mal riuscito) di costruire qualcosa di nuovo e più vero.
Insomma, Moravia apre una finestra su un mondo ripugnante, fatto di menzogne, falsi sentimenti, interessi materiali, che è però così simile al nostro…
C’è Carla, che rinnega se stessa, sposa il ricco amante della madre, perché per lei il cambiamento è poter avere una vita diversa da quella di sua madre, poter avere automobili, vestiti e cappellini alla moda.
C’è Michele, il classico tipo che “predica bene e razzola male”, che di fronte alle convenzioni comuni e a quello che ognuno “dovrebbe fare” o “dovrebbe provare” resta eternamente indifferente, e vagheggia di un mondo di sentimenti autentici, che prima chiama suo e poi non è capace di esprimere; Michele che, per cambiare, cerca di assassinare il futuro marito della sorella, perché gli sembra un’azione autentica, degna di quel mondo di cui vorrebbe fare parte ma che non riuscirà mai a raggiungere, un po’ perché non esiste, un po’ perché anche lui si fa allettare dal miraggio del denaro facile e del lavoro che Leo potrebbe procurargli.
C’è Mariagrazia, la madre, o meglio l’amante tradita: perché è sotto questa veste che lei si presenta e si ritrova, più che sotto quella di vedova e madre di due figli: probabilmente la causa del degrado di Carla e Michele è proprio lei, che non ha saputo esserci quando ne avevano bisogno, tutta presa nel compito di non lasciar scappare l’amante, e anzi costringendoli a prendersi cura di lei e del suo animo ferito; una donna fragile, che aspira soltanto a recuperare i rapporti ormai chiusi con Leo, e a “distinguersi” dagli altri in una ricchezza che non è più ricchezza di spirito, ma ricchezza materiale, tanto che vorrebbe essere invidiata e invece si ritrova ad invidiare chi viaggia in automobile e può permettersi gioielli costosi.
C’è Leo, quello coi soldi, le case, la macchina; e che proprio in virtù di questo, e dei suoi agganci, è abituato ad avere tutto facile, ed è convinto che la felicità sia tutta nel fare i propri comodi quando, dove e con chi gli pare. Non esita a chiedere a Carla di sposarlo solo per salvare i propri interessi economici. Insomma, è probabilmente il personaggio più odioso, ma probabilmente anche quello più semplice da capire.
E poi, c’è Lisa. Lisa che è forse l’unica che cerca di migliorare, ma non ha idea di come farlo, e per questo si illude di vedere in Michele quello che il ragazzo non è, in una ricerca continua di un amore puro che lei non è in grado di provare e lui non è in grado di darle. Ma almeno ci prova, cerca di rinnegare la sua vita passata nel tentativo (mal riuscito) di costruire qualcosa di nuovo e più vero.
Insomma, Moravia apre una finestra su un mondo ripugnante, fatto di menzogne, falsi sentimenti, interessi materiali, che è però così simile al nostro…