Reviews

Gli indifferenti by Alberto Moravia

tteokbucchin's review against another edition

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reflective sad slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

epo19's review against another edition

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reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

blabla22's review against another edition

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4.0

L'aggettivo più appropriato che mi viene in mente per definire questo libro è "soffocante". Moravia ci getta nella nebbia di vite borghesi e comuni, ossessionate dalla speranza di cambiare, ma più cercano di farlo e più si ritrovano invischiate nella loro realtà quotidiana. La cosa più interessante è che per “cambiare” non si intende “migliorare”, se stessi o la propria condizione, ma cambiare a tutti i costi, e anzi tendendo verso quanto di più negativo è possibile; e, motore di tutto questo, è la logica del denaro, del lusso, della vita bella e facile.

C’è Carla, che rinnega se stessa, sposa il ricco amante della madre, perché per lei il cambiamento è poter avere una vita diversa da quella di sua madre, poter avere automobili, vestiti e cappellini alla moda.
C’è Michele, il classico tipo che “predica bene e razzola male”, che di fronte alle convenzioni comuni e a quello che ognuno “dovrebbe fare” o “dovrebbe provare” resta eternamente indifferente, e vagheggia di un mondo di sentimenti autentici, che prima chiama suo e poi non è capace di esprimere; Michele che, per cambiare, cerca di assassinare il futuro marito della sorella, perché gli sembra un’azione autentica, degna di quel mondo di cui vorrebbe fare parte ma che non riuscirà mai a raggiungere, un po’ perché non esiste, un po’ perché anche lui si fa allettare dal miraggio del denaro facile e del lavoro che Leo potrebbe procurargli.
C’è Mariagrazia, la madre, o meglio l’amante tradita: perché è sotto questa veste che lei si presenta e si ritrova, più che sotto quella di vedova e madre di due figli: probabilmente la causa del degrado di Carla e Michele è proprio lei, che non ha saputo esserci quando ne avevano bisogno, tutta presa nel compito di non lasciar scappare l’amante, e anzi costringendoli a prendersi cura di lei e del suo animo ferito; una donna fragile, che aspira soltanto a recuperare i rapporti ormai chiusi con Leo, e a “distinguersi” dagli altri in una ricchezza che non è più ricchezza di spirito, ma ricchezza materiale, tanto che vorrebbe essere invidiata e invece si ritrova ad invidiare chi viaggia in automobile e può permettersi gioielli costosi.
C’è Leo, quello coi soldi, le case, la macchina; e che proprio in virtù di questo, e dei suoi agganci, è abituato ad avere tutto facile, ed è convinto che la felicità sia tutta nel fare i propri comodi quando, dove e con chi gli pare. Non esita a chiedere a Carla di sposarlo solo per salvare i propri interessi economici. Insomma, è probabilmente il personaggio più odioso, ma probabilmente anche quello più semplice da capire.

E poi, c’è Lisa. Lisa che è forse l’unica che cerca di migliorare, ma non ha idea di come farlo, e per questo si illude di vedere in Michele quello che il ragazzo non è, in una ricerca continua di un amore puro che lei non è in grado di provare e lui non è in grado di darle. Ma almeno ci prova, cerca di rinnegare la sua vita passata nel tentativo (mal riuscito) di costruire qualcosa di nuovo e più vero.

Insomma, Moravia apre una finestra su un mondo ripugnante, fatto di menzogne, falsi sentimenti, interessi materiali, che è però così simile al nostro…

eustachio's review against another edition

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4.0

All'inizio è scorrevole, poi diventa man mano più pesante, e il narratore onnisciente che nella prima parte mi sembrava tanto ben riuscito, nella seconda risulta appena più invasivo.
Tra pseudo-amori e ipocrisia generale, i veri indifferenti sono Carla e Michele: lei cerca una nuova vita, lui vuole provare delle emozioni; lei per farlo fa qualcosa, lui vorrebbe ma non ci riesce.
Ti cali nelle loro teste, dici loro di reagire. Poi arrivi alla fine, chiudi il libro e... amarezza? Sì, amarezza. L'indifferenza c'è sempre stata, mentre l'amarezza nasce dal sapere che anche i personaggi in cui ti sei tanto immedesimato si rassegnano.

dearlylu's review against another edition

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dark reflective sad slow-paced
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

ghella_307's review against another edition

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4.0

Lo definirei strano. Sì, strano. Strano perché ho avuto attimi di cedimento e attimo in cui invece non volevo che andare avanti. Pochi personaggi è vero e poca azione, ma si legge con la voglia di giungere finalmente al punto di svolta, al momento in cui le cose cambiano, in cui la trama si rovescia. Sorprendente il fatto che questo momento non arrivi mai e che proprio l’assenza di questo momento alla fine risulti essere il colpo di scena del libro. La vedo così: la piattezza delle anime dei protagonisti ha dato vita ad un libro per nulla insipido e a mio parere ricco di personalità.

masa_affrantasullepagine's review against another edition

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5.0

L'indifferenza come sintomo incontrastabile dell'incapacità di affrontare, sentire, appassionarsi alla vita. Un ritratto lucido e doloroso dello sfacelo morale di una famiglia decomposta e inconcludente, crudele nella sua capacità di leggere l'animo umano afflitto dal male moderno della noia.

andergraphen's review against another edition

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3.0

Ben scritto, molto efficace e deciso. Un dipinto della borghesia degli anni 20 in Italia

dsapienza's review

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4.0

Dietro un'interessante critica alla borghesia si cela una più profonda riflessione sull'assurdità della vita. Manifestazione letteraria della corrente filosofica esistenzialista, l'opera può essere paragonata alla produzione di Albert Camus. Michele, fratello della giovane Carla, con la sua visione distaccata, quasi asettica, del mondo, offre un parallelo evidente con Meursault, lo straniero dell'autore francese. Lettura consigliata a tutti gli amanti della tematica esistenzialista nella letteratura novecentesca (Kafka, Dostoevskij, Camus).

donato's review against another edition

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4.0

An amazing first novel about looking for sincerity in a world of indifference, and this (1929) way before the Age of Irony (or maybe that's when it started?) But the world of indifference is inside...

It's wonderfully constructed to take place (in the space of 2-3 days) inside shadowy rooms with low light and drawn curtains , with only occasional forays into the light of day where shadowy daydreams persist regardless.

A mood is created by repetition of the same words and situations: indifference, shadow, darkness, rain, bared skin (reminded me a bit of the way some early Egoyan films have a persistent color tone and mood).

The dark, indifferent, solipsistic world inside our heads, that's where this takes place. We see that not just in the shadowy rooms, but also in the murder and trial that happens completely inside Michele's head. It's like he's Camus, and he just wrote The Stranger inside his head before Camus himself even wrote it.

In the end, there's no salvation, only more masks and surrender to the dark.