Take a photo of a barcode or cover
Potom, co nám o téhle knížce vyprávěla naše učitelka na češtinu jsem nabyla dojmu, že jde o nějakou brutální knížku, kde se každou chvíli prolévá krev. Celkově to je dobrá knížka, la epřece jenom jsem byla trochu zklamaná.
Miluju styl Fukse, vznešený, úchvatný a morbidní.
"Což abych tě, drahá, oběsil?"
Jedna z nejlepších českých knih, bezesporu.
"Což abych tě, drahá, oběsil?"
Jedna z nejlepších českých knih, bezesporu.
I suppose you should keep an eye on someone who is that obsessed with cremation... Really enjoyed this, subtle at the start, but ramps up quickly and effectively.
challenging
dark
tense
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
dark
reflective
sad
tense
fast-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
dark
mysterious
reflective
challenging
dark
tense
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
No
dark
funny
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Complicated
dark
reflective
fast-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
Ambientata nel periodo del 1938-1939, questa "storia nera praghese" vede come protagonista Karl Kopfrkingl. Egli, da melenso e sdolcinato padre di famiglia, rivelerà mano a mano la propria capacità di asservirsi ai compiti più orrendi e alle azione più abbiette.
Piccola parentesi storica: nel 1938, alla conferenza di Monaco, i territori della Boema, della Slesia e della Moravia furono ceduti ai nazisti. Un anno dopo, la croce uncinata sventolava su Praga.
Kopfrkingl ci viene presentato come un animo romantico, che ama la propria famiglia, si preoccupa per i figli, ma molto presto la prima immagine di lui inizia a non quadrare.
Prima di tutto, si tratta di una persona fortemente influenzabile. Nella prima parte del libro lo sentiamo ripetere più volte le frasi anche contraddittorie tra loro che altri hanno rivolto a lui. Non sembra avere davvero un'opione sulla situazione politica.
E poi per quale motivo, se è fedelissimo e innamoratissimo, va a farsi fare test per malattie sessualmente trasmissibili di nascosto, dal medico ebreo che vive al piano di sopra?
Perché i suoi dialoghi si trasformano mano a mano in monologhi sulla bellezza della morte, sulla cremazione come liberazione dai mali, monologhi così appassionati e romantici che il fatto che egli lavori in un crematorio (responsabile della cremazione dei corpi nel crematorio di Praga) non riesce a giustificarli.
Con l'avanzare della narrazione, in mezzo a ripetizioni di frasi ed espressioni continue che da una parte sembrano scandire il ritmo della storia e dall'altra ci fanno percepire il livello di ossessività e disturbo della mente di Kopfrkingl, la sua natura di uomo represso emerge, stimolata dal clima violento del momento storico. Allora egli si sente legittimato nel fare del male moglie e figli, colpevoli di avere sangue ebraico, mentre lui, che fino a cento pagine prima diceva di avere "solo un centesimo di sangue tedesco" si definirà, ripetendo le parole di qualcun altro "un uomo dal sangue germanico al cento percento". Le persone che lo influenzano iniziano a essere solo coloro che hanno affiliazioni al nazismo e la moglie di Karl, sempre più triste e affranta, diverrà un'ombra muta, fino all'escalation di violenza finale, che non potrà che terminare con una delle maggiori tragedie della storia dell'umanità, l'Olocausto.
Forse il pregio maggiore del libro è proprio quello di spiegare la famosa "Banalità del male" su cui si interrogava Hannah Arendt, arrivando a capire come un uomo come tanti, in circostanze straordinarie, possa compiere azioni orribili.
Piccola parentesi storica: nel 1938, alla conferenza di Monaco, i territori della Boema, della Slesia e della Moravia furono ceduti ai nazisti. Un anno dopo, la croce uncinata sventolava su Praga.
Kopfrkingl ci viene presentato come un animo romantico, che ama la propria famiglia, si preoccupa per i figli, ma molto presto la prima immagine di lui inizia a non quadrare.
Prima di tutto, si tratta di una persona fortemente influenzabile. Nella prima parte del libro lo sentiamo ripetere più volte le frasi anche contraddittorie tra loro che altri hanno rivolto a lui. Non sembra avere davvero un'opione sulla situazione politica.
E poi per quale motivo, se è fedelissimo e innamoratissimo, va a farsi fare test per malattie sessualmente trasmissibili di nascosto, dal medico ebreo che vive al piano di sopra?
Perché i suoi dialoghi si trasformano mano a mano in monologhi sulla bellezza della morte, sulla cremazione come liberazione dai mali, monologhi così appassionati e romantici che il fatto che egli lavori in un crematorio (responsabile della cremazione dei corpi nel crematorio di Praga) non riesce a giustificarli.
Con l'avanzare della narrazione, in mezzo a ripetizioni di frasi ed espressioni continue che da una parte sembrano scandire il ritmo della storia e dall'altra ci fanno percepire il livello di ossessività e disturbo della mente di Kopfrkingl, la sua natura di uomo represso emerge, stimolata dal clima violento del momento storico. Allora egli si sente legittimato nel fare del male moglie e figli, colpevoli di avere sangue ebraico, mentre lui, che fino a cento pagine prima diceva di avere "solo un centesimo di sangue tedesco" si definirà, ripetendo le parole di qualcun altro "un uomo dal sangue germanico al cento percento". Le persone che lo influenzano iniziano a essere solo coloro che hanno affiliazioni al nazismo e la moglie di Karl, sempre più triste e affranta, diverrà un'ombra muta, fino all'escalation di violenza finale, che non potrà che terminare con una delle maggiori tragedie della storia dell'umanità, l'Olocausto.
Forse il pregio maggiore del libro è proprio quello di spiegare la famosa "Banalità del male" su cui si interrogava Hannah Arendt, arrivando a capire come un uomo come tanti, in circostanze straordinarie, possa compiere azioni orribili.